"Siamo tutti diversi. E per quanto la vita possa sembrare cattiva, c’è sempre qualcosa che si può fare e riuscirci. Finché c’è vita, c’è speranza."
Adattamento
cinematografico della biografia scritta da Jane Wilde Hawking ex
moglie del fisico Stephen Hawking. Questo film è l'esempio che
dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna. Le
vicende narrate parlano
dei
20 anni di amore tra Jane e Stephen, il
loro
primo incontro,
le
difficoltà di un matrimonio non del tutto "normale" agli
occhi di altri ma voluto
fortemente
dalla coppia, l'
affetto e il
desiderio
di
creare una famiglia appoggiandosi
l'uno con l'altro, finché ciò è stato possibile dal male che
quotidianamente divorava il corpo di Stephen e la mente di Jane,
portandoli
così al divorzio.
Si assiste anche alla genialità di un cervello non intaccato da una feroce malattia, il coraggio di un uomo ideatore della teoria dei buchi neri e della nascita dell'universo. Dall'inizio alla fine del film, la trasformazione di un corpo sano e in movimento arrivato alla totale e rigida immobilità è descritto in modo eccellente dal britannico e giovane Eddie Redmay, vincitore dell'Oscar come miglior attore ( anche se, a parer mio, lo meritava molto di più Michael Keaton per Birdman ) e sinceramente è l'unico motivo per cui non boccio questo film di James Marsh.
Si assiste anche alla genialità di un cervello non intaccato da una feroce malattia, il coraggio di un uomo ideatore della teoria dei buchi neri e della nascita dell'universo. Dall'inizio alla fine del film, la trasformazione di un corpo sano e in movimento arrivato alla totale e rigida immobilità è descritto in modo eccellente dal britannico e giovane Eddie Redmay, vincitore dell'Oscar come miglior attore ( anche se, a parer mio, lo meritava molto di più Michael Keaton per Birdman ) e sinceramente è l'unico motivo per cui non boccio questo film di James Marsh.
Impazzisco
per i film biografici, pellicole di una realtà molto spesso lontana
dalla nostra.
Non solo le interpretazioni di validi attori mi hanno rapita ed affascinata ma anche la mano di una buona cinepresa, l'occhio critico dell' omino della fotografia, il suono di note che invadono l'immagine o le parole che arrivano giù fino allo stomaco, tutto questo nel film “La Teoria Del Tutto “ non l' ho percepito o almeno non c'è stato un impatto così forte da poterle assaporare, è stata l'interpretazione di Redmay a far sì che la mia concentrazione rimanesse sveglia e incuriosita, a parte alcune rare immagini fatte di colori offuscati e di flashback accompagnati da un orchestra trascinante, per il resto è stato deludente.
Contavo molto su questa pellicola e su una grande abbuffata, forse dovrei riguardarlo perché i film vanno assaporati in base al proprio umore e periodo. Magari ho sbagliato i tempi o forse è veramente insapore come credo. La mia mente ha lottato fino all'ultimo tra il NO e il SI, non mi permetto di dire che sia un brutto film ma sono convinta che il valore della storia non sia stata raccontata come meritava, perdendo per strada preziosi pezzi che invece dovevano risplendere. Quando ho tolto il dvd dal lettore, a caldo ho pensato: “film opaco privo di lucentezza” difficile togliere un idea del genere dalla propria mente, perché è radicata in un emozione, la tremenda e implacabile NOIA.
Non solo le interpretazioni di validi attori mi hanno rapita ed affascinata ma anche la mano di una buona cinepresa, l'occhio critico dell' omino della fotografia, il suono di note che invadono l'immagine o le parole che arrivano giù fino allo stomaco, tutto questo nel film “La Teoria Del Tutto “ non l' ho percepito o almeno non c'è stato un impatto così forte da poterle assaporare, è stata l'interpretazione di Redmay a far sì che la mia concentrazione rimanesse sveglia e incuriosita, a parte alcune rare immagini fatte di colori offuscati e di flashback accompagnati da un orchestra trascinante, per il resto è stato deludente.
Contavo molto su questa pellicola e su una grande abbuffata, forse dovrei riguardarlo perché i film vanno assaporati in base al proprio umore e periodo. Magari ho sbagliato i tempi o forse è veramente insapore come credo. La mia mente ha lottato fino all'ultimo tra il NO e il SI, non mi permetto di dire che sia un brutto film ma sono convinta che il valore della storia non sia stata raccontata come meritava, perdendo per strada preziosi pezzi che invece dovevano risplendere. Quando ho tolto il dvd dal lettore, a caldo ho pensato: “film opaco privo di lucentezza” difficile togliere un idea del genere dalla propria mente, perché è radicata in un emozione, la tremenda e implacabile NOIA.