Film del 2014 di Ava Marie DuVernay, regista e sceneggiatrice, prima donna afroamericana a ricevere una nomination al Golden Globe e al Critics Choice Award per questa toccante rappresentazione della marcia da Selma a Mongomery.
Paesi del sud America in cui i neri, nonostante la legge dei diritti a favore degli afroamericani sia stata "concessa" dal presidente in carica Johnson e per cui Martin Luther King riceve il Nobel per la pace, nel 1965 erano vittime di abusi, attentati, violenze e minacce continue, soprattutto nei piccoli paesi. Motivo per cui viene scelta Selma in Alabama, governata dal razzista George Wallace ( Tim Roth) manipolatore di massa contrario alla libertà del diritto di voto agli afroamericani. Diritto che se bene concesso grazie alla nuova riforma, nei paese del sud è negato ai neri, non avendo alcun rappresentante nei seggi e nei tribunali.
Più che King, il Movimento a cui è a capo viene magnificamente raccontato. Lui è il portavoce, il grido di un popolo stanco della sottomissione e delle quotidiane umiliazioni e violenze.
La marcia ha inizio, i riflettori dei giornalisti ora sono accesi e assistono inermi al massacro della polizia.
Immagini potenti, sangue vivo, violenza inarrestabile e grida sfumate da una polvere in corsa. Questo è ciò che tutto il mondo vide dalle proprie poltrone, l'orrore di quella Domenica di sangue.
Nonostante
la paura per le minacce e i dubbi di una moglie spesso lasciata
sola, King porta comunque avanti la protesta, chiedendo a voce alta
l'aiuto di tutta l'America, neri e bianchi, religioni e culture
diverse devono sovrastare l'odio di menti schiavizzate.
Si presentano in 8000, le immagini reali di quei caldi giorni ti trascinano nuovamente nel brivido della commozione mantenuta per tutto il film. La lunga marcia da Selma a Mongomery è fatta di persone, non importa chi sei, a quale Dio tu creda o il colore della tua pelle, insieme marciano verso un nuovo inizio, nella libertà di sorrisi non più taciuti, insieme marciano sotto lo stesso cielo.
Si presentano in 8000, le immagini reali di quei caldi giorni ti trascinano nuovamente nel brivido della commozione mantenuta per tutto il film. La lunga marcia da Selma a Mongomery è fatta di persone, non importa chi sei, a quale Dio tu creda o il colore della tua pelle, insieme marciano verso un nuovo inizio, nella libertà di sorrisi non più taciuti, insieme marciano sotto lo stesso cielo.
Non
posso non lodare questo duro ed emozionante film.
Non conoscevo gli avvenimenti di Selma e le lotte per un diritto a noi dato senza domande.
Un film forte, come un pugno allo stomaco che ti lascia senza respiro per più di 2 ore. Inchino a David Oyelowo che impersona King, a tutto il formidabile cast e a l'occhio sensibile di una giovane regista.
La forza di King era il Movimento da lui creato, aveva bisogno del loro supporto quanto loro del suo. Un uomo che rappresenta la speranza e solo da essa può nascere una lotta.
Non conoscevo gli avvenimenti di Selma e le lotte per un diritto a noi dato senza domande.
Un film forte, come un pugno allo stomaco che ti lascia senza respiro per più di 2 ore. Inchino a David Oyelowo che impersona King, a tutto il formidabile cast e a l'occhio sensibile di una giovane regista.
La forza di King era il Movimento da lui creato, aveva bisogno del loro supporto quanto loro del suo. Un uomo che rappresenta la speranza e solo da essa può nascere una lotta.
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